giovedì 28 novembre 2013

L’ estate 2013 é stata una delle piu’ funeste in termini di incidenti di montagna. Una delle cause determinanti, ma non è la sola, è stata la presenza di una spessa coltre di neve in luoghi dove normalmente a fine giugno iniziano ad affiorare le rocce.
Questa osservazione ci permette di entrare nel campo dell’ infortunistica di alta montagna. Tralascio volutamente le sentenze polemiche del tipo “ma cosa ci vanno a fare” oppure “non sono adeguatamente preparati” ma anche “sono degli incoscienti”.
Lascio da parte anche quanto riguarda i “fungiatt” e affini per concentrarmi sull’ alpinismo vero e proprio in alta quota.
Ai nostri giorni le persone che frequentano la montagna sono generalmente ben e fin troppo equipaggiate. Rispetto a 30 anni fa vi è pero’ meno esperienza nel riconoscimento del terreno e nel maneggio della corda, come pure una eccessiva dose di fiducia sull’ arrivo dei soccorsi.
Il mio obiettivo è di mettere a fuoco alcune situazioni che si sono verificate sulle nostre Alpi e soprattutto anche di farvi capire che talvolta anche l’ alpinista piu’ provetto non riesce ad azzerare completamente i rischi. A meno di restare a casa, ma questo non è il tema.

Vi attendiamo numerosi !